Festival Internazionale della Sostenibilità – Giardini Aperti 2024

Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento con il “Festival Internazionale della Sostenibilità – Giardini Aperti 2024”, giunto ormai alla sua diciassettesima edizione e organizzato da Abaco Teatro. Una grande kermesse di arti varie che dal 22 giugno al 4 agosto proporrà un fitto programma di eventi multidisciplinari diffusi tra Cagliari, Villaspeciosa, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartucciu, Quartu S. Elena e Siliqua.

Flash mob, spettacoli teatrali, performances, musica, seminari, laboratori, mostre e presentazioni di libri per diffondere in modo incisivo e capillare la cultura della sostenibilità, dove il palcoscenico, il più delle volte naturale e spontaneo, diventa portatore di buone pratiche e quindi un moltiplicatore delle stesse attraverso le sue variegate platee. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica rispetto a stili di vita sostenibili è una delle sfide più importanti dei nostri tempi, e il settore culturale, in virtù della sua natura fortemente comunicativa e coinvolgente, svolge in questa prospettiva un ruolo determinante nell’attuare e promuovere scelte sostenibili, favorendone la divulgazione e la diffusione su larga scala. Da anni Abaco Teatro lavora seguendo questa traiettoria, offrendo al pubblico eventi di calibro internazionale e conducendo contemporaneamente lo spettatore a conoscere l’intima specificità dei luoghi. Così rappresentazioni, paesaggio e messaggi costituiscono un’unica narrazione per un Festival che da sempre si distingue come momento di festa, condivisione e riflessione per ripensare e immaginare positivamente un futuro migliore.

Una fitta schiera di artisti, affermati a livello internazionale e fermamente convinti che la cultura può costituire il minimo comune denominatore che consente di integrare economia, società e ambiente per uno sviluppo sostenibile del pianeta, anche quest’anno daranno il loro prezioso contributo al “Festival Giardini Aperti 2024”. Tra questi il KARKUM PROJECT di musica e cultura curda, direttamente dalla Svizzera l’acrobatica performer in bicicletta JESSICA ARPIN con “KALABAZI” e la FAMIGLIA GARDELONE che dalla Spagna e dall’Argentina porterà in Sardegna uno spettacolo surreale ispirato al tango argentino. In programma anche tante prime nazionali e produzioni nuove di zecca. Tra queste ultime spicca l’allestimento firmato da Abaco Teatro “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO” dedicato a una straordinaria e tenace figura femminile, la prima a conseguire la libera docenza in un’università italiana in Botanica, nel 1915, e anche la prima donna a dirigere l’Orto Botanico di Cagliari. Eva Mameli Calvino è stata inoltre la persona che più di tutte ha guidato la crescita di una delle figure più importanti per la cultura del secolo scorso: il figlio Italo. Tra le prime nazionali non manca poi il focus sugli autori isolani come l’omaggio allo scrittore Sergio Atzeni con il debutto di “IO NON LO SO COSA SIA GIUSTO” del Teatro del Segno, messinscena tra parola e musiche dal vivo. Ancora, in prima nazionale, direttamente da Zelig, risate, gag, poesie, vignette e stravagante umorismo con ALVALENTI e “IL POETA GRAFICOMICO – QUANDO IL DISEGNO FA SPETTACOLO”. Dal grande schermo e dai più importanti teatri italiani approderà a Giardini Aperti anche l’arguto geologo MARIO TOZZI che, assieme a LORENZO BAGLIONI, presenteranno “AL CLIMA NON CI CREDO”, un graffiante progetto scritto sul filo dell’ironia sul tema dell’emergenza che ormai non possiamo più tacere: il cambiamento climatico. Altro fiore all’occhiello del Festival sarà l’intervento di EMANUELE MONTIBELLER, fondatore nel 1986 di Arte Sella, con “LECTIO MAGISTRALIS”, un favoloso excursus sulle infinite possibilità di realizzare ponti e intrecci creativi tra natura, architettura, musica, danza e tutto ciò che è frutto della fantasia.

La diciassettesima edizione di Giardini Aperti 2024 si distingue, oltre che per l’indiscussa caratura dei protagonisti, per la gran varietà di linguaggi utilizzati che scandagliano i temi del quotidiano attraverso opere e autori che attingono al presente ma anche al passato come nell’ “ORLANDO FURIOSO” della Compagnia Fraternal di Bologna o con la produzione Akròama “IL FAVOLOSO MONDO DI ESOPO”. Spazio anche a indimenticabili personaggi che hanno segnato la storia contemporanea con il loro genio, forza, vitalità e intuizioni, prima fra tutte MARGHERITA HACK messa in scena dall’autrice e attrice Laura Curino. E ancora il campione di ciclismo OTTAVIO BOTTECCHIA, tratteggiato abilmente dall’istrionico Tiziano Polese nella pièce prodotta da Abaco Teatro, o Alfonsina Strada, prima donna in assoluto che partecipa nel 1924 al Giro d’Italia, raccontata da Meridiano Zero, Teatro Tabasco e Compagnia Vaga nello spettacolo “PERDIFIATO l’incredibile vita di Alfonsina Strada”.

Tantissimi gli appuntamenti pomeridiani anche per i bambini, tra rivisitazioni di antiche fiabe, miti sardi e allestimenti interattivi dove i più piccini saranno coinvolti nella narrazione teatrale. Inoltre, ogni giorno prima degli spettacoli, saranno realizzati laboratori creativi dedicati ai bambini/ragazzi dai 5 ai 12 anni a cura di Legambiente, Unicef e Operazione Africa ODV. Le tematiche, affrontate attraverso il gioco, saranno la tutela ambientale, il riciclo, l’acqua e i diritti dei più piccoli.

Un Festival ricchissimo e il numero degli appuntamenti parla chiaro: in totale 51 rappresentazioni di cui 20 dedicate ai bambini e 31 al pubblico adulto, tra teatro, musica e danza. E ancora a Giardini Aperti 2024 saranno 4 gli incontri letterari, 4 i laboratori creativi, 2 le mostre fotografiche e la proiezione di un documentario.

Dal 22 al 26 giugno e il 24 luglio, Il Festival regalerà ai cittadini fantasiose sorprese per le vie e le piazze di Cagliari, con flash mob e bizzarre incursioni artistiche che sbucheranno inaspettate nel centro urbano.

https://abacoteatro.it/files/GIARDINI_APERTI_2024_pieghevole_fronte_Definitivo.pdf

CAGLIARI – PARCO MONTE CLARO 28 giugno – 1° luglio

La diciassettesima edizione di Giardini Aperti 2024 debutta a Cagliari al Parco di Monte Claro con quattro giorni, dal 28 giugno al 1° luglio, dedicati alla letteratura, alla fotografia e al grande teatro con due prime nazionali firmate da Abaco Teatro e Teatro del Segno.

Partenza dunque il 28 giugno con la mostra fotografica di Giorgio Russo “SEGNI E SEGNALI” che rimarrà visitabile sino al 30 giugno dalle ore 18.00 alle ore 19,30. Una selezione di splendidi scatti dove l’artista svela un forte e originale segno dell’emozione del suo sguardo sulla realtà che lo circonda. L’autore si sofferma in particolare sui disastri ambientali legati all’inquinamento da petrolio, accentuando la gravità di questi spaccati con l’utilizzo del bianco e nero. Contemporaneamente, nella Sala Lilliu della Biblioteca Emilio Lussu, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Monte Claro, partono anche gli incontri letterari coordinati da Giuseppina Ragucci. Protagonisti lo scrittore, poeta Antonello Verachi con il suo libro -“L’UOMO COI BAFFI DI VETRO” e la giovane scrittrice Laura Sini con il romanzo “VIVIMI COSÌ”. Il primo dialoga sulla sua ultima raccolta di versi, scritti frantumando ogni codice e metrica per raggiungere in modo inespugnabile il cuore dei lettori. Laura Sini invece porta all’attenzione del pubblico il tema della violenza nella coppia che anima i personaggi della sua opera. Segue la performance “ALCHIMIE DELL’ANIMA” di Abaco Teatro con Tiziano Polese e Rosalba Piras in cui gli attori, ispirati dagli scritti degli autori presentati, danno vita e voce ai personaggi dei libri di Laura Sini e Antonello Verachi in un perfetto connubio di versi, parole, musica e canto.

Il weekend di Giardini Aperti 2024 si apre poi sabato 29 giugno alle ore 18.00 nella Sala Lilliu della Biblioteca Emilio Lussu, sempre in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Monte Claro, con un incontro letterario che vede protagonista Anna Steri, musicista e scrittrice originaria di Villacidro. Al centro della serata, coordinata da Giuseppina Ragucci, l’ultima sua fatica letteraria “VOLEVO ESSERE CAINO”, ovvero un viaggio a tinte forti sul mondo degli adolescenti e della violenza che serpeggia tra le dinamiche dei più giovani, dove il dolore o la rabbia troppo spesso li rende vivi più della gioia e del bene. A seguire la proiezione del film prodotto da Impatto Teatro “ STORIE DI NATURALE FOLLIA” di Nicola Ambu, direzione artistica di Karim Galici. L’opera riassume le tappe di un approfondito lavoro di ricerca sui temi della marginalità, della salute mentale e delle vicende dell’ex manicomio di Villa Clara culminato nell’omonimo spettacolo coprodotto da Abaco Teatro e Impatto Teatro. Completa la proiezione la mostra “ANIME FRAGILI” che raccoglie splendide fotografie scattate durante lo spettacolo.

Domenica 30 giugno alle ore 18.00 nella Sala Lilliu della Biblioteca Emilio Lussu di Monte Claro il pubblico potrà godere di un altro incontro letterario coordinato da Giuseppina Ragucci. Protagonista il genere noir con lo scrittore Piergiorgio Pulixi e il suo libro “PER UN’ORA D’AMORE”. Sullo sfondo di una Milano violenta e indifferente Pulixi tratteggia una narrativa densa di umanità, pathos e dolcezza: un dramma famigliare che si riflette sulle vite dei singoli poliziotti, risvegliando in loro fantasmi che avevano sperato di essersi lasciati alle spalle.

Infine, alle ore 21,30 nello spazio eventi fronte Laghetto, riflettori sulla prima nazionale firmata dal Teatro del Segno “IO NON LO SO COSA SIA GIUSTO” per la regia di Stefano Ledda. In scena, Stefano Ledda, Tancredi Ermanno Emmi (contrabbasso) e Juri Deidda (sax). Il recital attinge a larghe mani alla grande forza evocativa della prosa e della poesia di Sergio Atzeni e frugando tra le pieghe delle parole dello scrittore ne racconta l’immaginario, invitando il pubblico a riscoprire il mondo narrativo e la prosa di uno dei più grandi talenti letterari della scena nazionale.

Chiude gli appuntamenti al Parco di Monte Claro l’atteso debutto nazionale firmato da Abaco Teatro “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO”, alle ore 21.30 nello spazio eventi fronte Laghetto. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione, per le fonti biografiche, con la Prof.ssa M. Cristina Secci dell’Università di Cagliari, vede in scena Valentina Sulas e Andrea Mameli che curano anche testo e regia. Una messinscena che apre una finestra sulla vita di una pioniera. Eva Mameli Calvino è stata infatti la prima donna a conseguire la libera docenza in una università italiana in Botanica, nel 1915, e la prima donna a dirigere (dal 1926 al 1929) l’Orto Botanico di Cagliari. E’ stata anche la persona che più di tutte ha guidato la crescita di una delle figure più importanti per la cultura del secolo scorso: il figlio Italo.

VILLASPECIOSA – PARCO SAN PLATANO 5 – 9 luglio

Dal 5 al 9 luglio il Festival si sposta a Villaspeciosa nella cornice naturale del Parco San Platano. Primo appuntamento venerdì 5 luglio alle ore 19.00 con I Guardiani dell’Oca che per la gioia dei più piccini propongono “I TRE PORCELLINI”, testo e regia di Zenone Benedetto, con Zenone Benedetto e Tiziano Feola, Pupazzi di Ada Mirabassi. Un viaggio affascinante in un classico della favola animato da tre maialini spiritosi e divertenti alle prese con un lupo maldestro e goffo.
Alle ore 21,30 si replica poi la nuova produzione di Abaco Teatro “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO”.

Gli appuntamenti a Villaspeciosa proseguono sabato 6 luglio alle ore 19.00 con “ROBIN HOOD nel castello di Nottingham” prodotto da I Guardiani dell’Oca: testo e regia di Zenone Benedetto, Pupazzi di Ada Mirabassi con Zenone Benedetto e Tiziano Feola. Divertimento assicurato per i più piccoli che possono immergersi nelle affascinanti atmosfere dell’Inghilterra medioevale, tra colpi di scena in un crescendo di emozioni e sorprese.
Dagli spettacoli per bambini a un grande omaggio all’artista Edith Piaff, alle ore 21,30 il Festival prosegue con il recital “EDITH PIAFF la voce dell’anima” con Anna Lisa Mameli (voce e recitazione), Corrado Aragoni (direzione musicale e pianoforte) e Remigio Pili (accordeon) firmato da OfficinAcustica. L’allestimento, nato per celebrare il centenario dell’icona della musica francese, fa rivivere il suo mito, ripercorrendo la vita e la carriera di un personaggio che, dai sobborghi di Parigi all’Olympia, fino alle tournée in America, ha stregato il mondo con la sua superlativa voce.

Si prosegue domenica 7 luglio alle ore 19.00 con la replica de “I TRE PORCELLINI” de I Guardiani dell’Oca, per chiudere infine la serata alle 21,30 con “WAKE UP!!” della Compagnia Maimè. Uno spettacolo gioioso e dinamico che esorta al risveglio, al cambiamento e alla continua sfida dei propri limiti, all’interno di un percorso di crescita che porterà a guardare se stessi da una diversa prospettiva.

Lunedi’ 8 luglio alle ore 19.00 ancora tanto divertimento per i più piccini con il Teatro La Maschera che propone “DIAVOLI E PENTOLE” di e con Daniele Pettinau. La pièce gioca, attraverso l’arte della commedia e dei suoi divertentissimi lazzi, sull’assurdo siparietto che vede un Diavolo alle prese con arguti burattini. Chiude la giornata del Festival alle ore 21,30 “A QUEL PAESE” di Anfiteatro Sud, testo, regia e interpretazione di Francesco Civile e Daniel Dwerryhouse. Una commedia divertente che, tra equivoci e imprevisti, affronta il tema della lotta alla routine e la differenza tra esistere e vivere. Lo spettacolo è risultato vincitore del Premio Spirito Fringe Roma Film Festival 2020 e del Concorso La Città Infinita 2015.
Martedi’ 9 luglio alle ore 19.00 il Festival propone una produzione de La Bottega dei Teatranti con lo spettacolo per i più piccini “JANAS, SURBILES e altri miti della Sardegna” con Ivano Cugia, Francesco Civile ed Elena Berti, testo e regia di Ivano Cugia. Un viaggio incantato tra leggende e figure fantastiche della nostra Isola pensato per avvicinare i bambini alle radici e al patrimonio antropologico della Sardegna, in modo avvincente e giocoso. A seguire, alle ore 21,30, in scena gli Actores Alidos con “CHICCHI DI RISO” di e con Marta Proietti Orzella e Luca Pauselli alla chitarra. Un momento teatrale comico musicale che propone una carrellata di sketch e parodie, scimmiottando in senso ironico e bonario il mondo del Caffè Concerto, del Varietà, della Rivista e dell’Avanspettacolo.
ELMAS – PIAZZA CHIESA 11 – 12 luglio

La successiva tappa del “Festival Internazionale della Sostenibilità – Giardini Aperti 2024” tocca il comune di Elmas che ospita gli eventi nel suggestivo scenario architettonico di Piazza Chiesa. Partenza giovedi’ 11 luglio alle ore 19.00 con la Compagnia Fraternal che direttamente da Bologna presenta “MASQUERADE MASK” con Tania Passarini e Luca Comastri, testo e regia di Massimo Machiavelli e Luca Comastri. Uno spettacolo dedicato ai bambini affollato di personaggi che, con i loro scherzi e le loro battute, affrontano temi sociali e fondamentali come il potere dell’amore, la fame e la miseria dei meno fortunati e la magia, che è essenziale per cambiare in meglio le loro vite.
Alle ore 21,30 la serata prosegue con il Teatro del Segno e lo spettacolo “BARONI IN LAGUNA” liberamente tratto dal saggio di Giuseppe Fiori sulla lotta dei pescatori di Cabras. Testo, regia e interpretazione di Stefano Ledda con Andrea Congia (chitarra) e Juri Deidda (sax). “Baroni in Laguna” racconta un’Isola fuori dal tempo tra paesaggi arcaici e avanzi di Feudalesimo, in una sapiente alternanza tra fatti di cronaca, testimonianze, atti giudiziari e immagini d’epoca.

Venerdi’ 12 luglio alle ore 19.00, ancora spazio al teatro per i più piccoli con “CENERENTOLA” dell’Effimero Meraviglioso con Michela Cidu, Elisa Giglio e Annalisa Serri per la regia di Federico Giaime Nonnis. In scena una bizzarra Cenerentola che ribalta la tradizionale fiaba, presentando un personaggio che vuole viaggiare, conoscere il mondo, essere indipendente…in una parola essere libero!

Alle ore 21,30 chiude gli appuntamenti a Elmas lo spettacolo di Abaco Teatro “LE TOPASTRE” liberamente ispirato a testi di Sergio Atzeni e Stefano Benni, con Carla Orrù e Marta Proietti Orzella per la regia di Marta Proietti Orzella. Una vivace carrellata di donne dell’underground che, in una fusione di brevi e brillanti monologhi, presentano in modo divertente la loro ribellione verso una condizione di subordinazione e inferiorità.

SILIQUA – PARCO GIOCHI COMUNALE 13 – 16 luglio
Dal 13 al 16 luglio il set di Giardini Aperti si sposta a Siliqua, negli spazi verdi del Parco Giochi Comunale. Si inizia sabato 13 luglio alle ore 19.00 con un appuntamento per bambini firmato da Il Crogiuolo. Si tratta de “LA VALLE DEI MULINI”, testo e regia Giovanni Trudu con Giovanni Trudu e Naika Sechi. Uno spettacolo carico di significati e spunti di riflessione per ritrovare la vitalità e la gioia di vivere in un mondo che sembra voler omologare sentimenti e relazioni. Segue, alle ore 21,30 la replica della produzione Abaco Teatro “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO”.

Apre la giornata di domenica 14 luglio alle ore 19.00 la Compagnia Fraternal con “MASQUERADE MASK in musica”, testo e regia di Massimo Machiavelli e Luca Comastri con Tania Passarini, Luca Comastri, Umberto Cavalli, avvolgente spettacolo impreziosito dalle musiche dal vivo. A seguire alle ore 21,30 Tragodia Teatro presenta “LIANORA REINA”con Daniela Melis, Giuseppe Onnis e Ulisse Sebis per la regia di Virginia Garau. Una nuovissima produzione in forma di reading che, tra parole e musica trasporta lo spettatore indietro nel tempo alla scoperta degli aspetti più intimi e privati della giudicessa Eleonora D’Arborea.

Il Festival prosegue a Siliqua lunedì 15 luglio alle ore 19.00 con “ORLANDO FURIOSO” della Compagnia Fraternal, testo e regia di Massimo Machiavelli e Luca Comastri con Tania Passarini, Luca Comastri e Umberto Cavalli. Una rivisitazione della celebre opera per comunicare ai bambini valori di fratellanza e di pace, attingendo alla storia e alle sue vicende di guerre e genocidi. Per il pubblico adulto poi, alle ore 21,30 il Teatro d’Inverno presenta “ITIS GALILEO un minuto di rivoluzione”, adattamento e regia Giuseppe Ligios con Gianfranco Corona. Un monologo tutto giocato sulla leggerezza della commedia che racconta la vita del geniale Galileo Galilei, pilastro della scienza e dell’astronomia moderna.

Martedì 16 luglio alle ore 19.00 spazio al teatro danza con “IL FAVOLOSO MONDO DI ESOPO” prodotto da Akròama, adattamento e regia di Ivano Cugia con Ivano Cugia, Andrea Gandini e Cristina Orrù. Uno spettacolo che prende spunto dalle favole di Esopo per un allestimento dinamico e originale ricco di interazioni, fantasia, stupore, semplicità delle forme ma profondità dei contenuti. Conclude la serata alle ore 21,30 “PAESAGGI INTERROTTI” di Caravona SMI, una performance multidisciplinare con il paesaggista Luigi Usai e gli artisti dell’Accademia del Tempo: Mattia Campagnola (Nippon), Fatima Dakik, Luca Marcia, Andrea Melis, Benjamin Njoh Bahel. Concept e regia: Ornella D’Agostino, testi e musica: Luigi Usai, Luca Marcia, Andrea Melis, Fatima Dakik. Video: Raul Anderson, Alonso Crespo, Ornella D’Agostino, Su Logu di Luigi Usai (land designer e paesaggista). Al centro della performance il problema complesso della salvaguardia ambientale e della riconversione dei luoghi per creare sinergie tra gli universi dell’arte, della cultura, della ricerca scientifica e dell’economia.

QUARTU S’ELENA – IN OUR GARDEN TEATRO DI PAGLIA 17 LUGLIO

Il programma del Festival prosegue mercoledì 17 luglio alle ore 21,30 nelle magiche atmosfere del Teatro di Paglia di In Our Garden in via Santu Lianu 124 a Quartu S’Elena con la replica de “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO” prodotto da Abaco Teatro.

QUARTUCCIU – ABITARE CON IL VERDE 18 – 19 LUGLIO

Il Festival approda a Quartucciu il 18 e il 19 luglio con due spettacoli incastonati nei lussureggianti spazi naturali di Abitare con il Verde. Giovedì 18 luglio alle ore 19.00 si replica “MASQUERADE MASK” della Compagnia Fraternal e a seguire, alle ore 21,30, Abaco Teatro ripropone “LE TOPASTRE”.
Venerdì 19 luglio alle ore 19.00 in scena Akròama con “I MERCANTI STRAVAGANTI DALLE STORIE STRABILIANTI”, testo e regia di Ivano Cugia con Sofia Quagliano, Valentino Pili e Ivano Cugia. Un delizioso appuntamento per i bambini che raccoglie storie avventurose e magiche, tra racconti leggendari, fiabe e favole da ogni angolo della terra per un viaggio di conoscenza e di condivisione della diversità. Infine, alle ore 21,30 va in scena un Messico passionale, generoso, sensuale, drammatico e surreale con l’allestimento di Laboratori Permanenti “MESSICO E NUVOLE” di e con Caterina Casini. Attraverso letture, interpretazioni e musiche, lo spettacolo costruisce una sorta di puzzle, che è immagine d’insieme di una terra così immaginifica, intensa e meravigliosa.


MARACALAGONIS – SU CORU DE MARA 20 – 22 luglio
Proseguono le tappe di Giardini Aperti con tre giorni di eventi a Maracalagonis a Su Coru de Mara in Piazza Giovanni XXIII. Partenza sabato 20 luglio alle ore 21,30 con Abaco Teatro che presenta la sua inossidabile produzione: “OTTAVIO BOTTECCHIA vite in volata” di Tiziano Polese con Tiziano Polese e Rosalba Piras che firma anche la regia. Uno spettacolo che narra la storia del famoso Ottavio Bottecchia campione degli anni ’20, ma non solo. E’ un affresco di quell’epoca che rappresenta il ciclismo parallelamente alla storia d‘Italia di quello spaccato storico.


Domenica 21 luglio alle ore 21,30 appuntamento con l’imperdibile prima nazionale “IL POETA GRAFICOMICO – quando il disegno fa spettacolo” di e con Alvalenti, prodotto da Abaco Teatro. Un’originalissima performance dove il famoso comico di Zelig, attraverso vignette che parlano di sentimenti e di sensazioni, interagisce con il pubblico in un crescendo di emozioni che arriva a trasformare qualsiasi segno in un disegno, a tempo di musica e alternando momenti comici e poetici a disegni umoristici.


Gli appuntamenti a Maracalagonis si chiudono infine martedì 22 luglio alle ore 21,30 con la replica di “MESSICO E NUVOLE” di e con Caterina Casini.

MONSERRATO – CASA DELLA CULTURA 25 – 26 luglio

Giardini Aperti prosegue poi a Monserrato nel cortile della Casa della Cultura in via Giulio Cesare, 37. Primo appuntamento giovedì 25 luglio alle ore 19.00 con “CARTONI ANIMALI” di e con Alvalenti prodotto da Abaco Teatro. Un magico momento per i più piccoli in cui l’artista svela alcuni trucchi del mestiere del “disegnatore umorista”, dando vita a vignette parlanti e coinvolgendo i giovani spettatori in un magico mondo nel quale parole, segni ed emozioni si trasformano in disegni e improvvisazioni. Alle ore 21,30 poi, ancora Abaco Teatro in scena con la replica de “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO”.
Venerdì 26 luglio alle ore 19.00 proseguono gli appuntamenti per i bambini con “LA VECCHIA MACCHINA” messo in scena da Le Compagnie del Cocomero, allestimento e regia Rahul Bernardelli, con Rahul Bernardelli, Selene Manca, Giulia Sarzi, Monica Pistidda, Enrico Picchiri. Lo spettacolo, dove la storia e la musica si fondono in un unico e armonico linguaggio espressivo, nasce dalla volontà di comunicare ai bambini il valore delle cose e degli oggetti che ci circondano, non solo per il loro uso immediato e contingente, ma anche per quello sentimentale e rappresentativo. Chiude la serata alle ore 21,30 Abaco Teatro con “LE TOPASTRE” liberamente ispirato ai testi di Sergio Atzeni e Stefano Benni.

CAGLIARI – GIARDINI PUBBLICI – GIARDINO SOTTO LE MURA 27 – 30 LUGLIO

Il Festival arriva infine a Cagliari come ultima tappa di un lungo viaggio alla scoperta dell’arte nella sua declinazione di realtà sempre più sostenibile e attenta alla salvaguardia del pianeta. Così dal 27 al 30 luglio e dal primo al 4 agosto, i Giardini Pubblici del capoluogo, il Giardino sotto le mura e il Colle San Michele ospiteranno una fitta maratona di eventi per grandi e piccini.

Partenza sabato 27 luglio alle ore 18.00 nel Giardino sotto le mura con laboratorio per bambini organizzato da Legambiente “COMUNITÀ OPEROSE: API E FORMICHE”.
Segue alle ore 19.00, sempre nel Giardino sotto le mura, lo spettacolo per i più piccoli “DORA LA PESCIOLINA D’ORO – tre desideri per tre giocattoli” prodotto da Gli Alcuni di Chieti, scritto da Sergio Manfio, regia di Laura Fintina e Sergio Manfio con Tullia dalle Carbonare e Simone Babetto. Un momento dedicato ai bambini che, prendendo spunto dalla fiaba “Il pesciolino d’oro” di Aleksandr Puškin, vuole proporre una riflessione sui giochi delle bambine e dei bambini e dei loro desideri più autentici.

Alle ore 21,30 poi, ai Giardini Pubblici nel Piazzale della Galleria replica di “IL POETA GRAFICOMICO – quando il disegno fa spettacolo” di e con Alvalenti, prodotto da Abaco Teatro.

Al via anche i laboratori per bambini a cura dell’Unicef, domenica 28 luglio alle ore 18.00 nel Giardino sotto le mura con “DISEGNA E COLORA LA PIGOTTA” in cui, attraverso l’utilizzo di colori diversi in base alle emozioni provate, i più piccoli daranno forma e vita alle famose bambole simbolo dell’Unicef.

Ancora in scena Gli Alcuni, domenica 28 luglio, alle ore 19.00 nel Giardino sotto le mura, con “LA REGINA DELL’ACQUA” di Sergio Manfio, regia di Laura Fintina e Sergio Manfio con Tullia dalle Carbonare, Simone Babett. Lo spettacolo, tutto incentrato sulla tematica del risparmio dell’acqua e del suo uso consapevole, ha ricevuto il Premio Miglior Attore per Simone Babetto All’Europuppet Festival 2023. La serata si chiude alle ore 21,30 ai Giardini Pubblici nel Piazzale della Galleria con un avvincente spettacolo alla scoperta di una figura indimenticabile della storia contemporanea: “MARGHERITA HACK una stella infinita”, con Laura Curino, testo e regia di Ivana Ferri, prodotto da Tangram Teatro di Torino. Un omaggio e un divertito ricordo all’ originalità e simpatia della scienziata che nella sua lunga vita ha riempito auditorium e teatri, diretto un osservatorio, difeso la libertà della scienza, la laicità dello stato e combattuto per la parità dei diritti.

Il Festival Giardini Aperti prosegue lunedì 29 luglio nel Giardino sotto le mura con il secondo appuntamento dedicato ai laboratori creativi e di sensibilizzazione messi a punto dall’Unicef. Questa volta si lavora su “I DIRITTI DELLA NATURA” quale preziosa alleata per una vita armoniosa in perfetto equilibrio con l’ambiente che ci accoglie.

A seguire, alle ore 19.00 nel Giardino sotto le mura, ancora attività per bambini con la compagnia Gli Alcuni che propongo “I MUSICANTI DI BREMA” di Sergio Manfio, regia di Laura Fintina e Sergio Manfio con Tullia dalle Carbonare e Simone Babetto. La nota favola dei fratelli Grimm, viene riproposta in una nuova e interessante rilettura, trattando argomenti molto attuali, come la diversità, il rifiuto da parte degli altri, il riconoscimento delle proprie risorse e l’importanza di collaborare per superare le difficoltà. In chiusura di giornata alle ore 21,30 ai Giardini Pubblici nel Piazzale Galleria, replica della prima nazionale di Abaco Teatro “IL GIARDINO DI EVA MAMELI CALVINO”.

Ancora spazio ai bambini martedì 30 luglio alle ore 18.00 nel Giardino sotto le mura con il laboratorio a cura di Operazione Africa “A come Alfabeto, A come Acqua, A come…VITA”. Momento creativo per bambini temerari: uno scrigno di tesori tutto da scoprire!

Alle ore 19.00, sempre nel Giardino sotto le mura, va poi in scena lo spettacolo per bambini e famiglie “SCIMMIOTTO E TRIPITAKA” della compagnia Il Mutamento di Torino con Matilde Amato e Andrea Chiapasco, drammaturgia e regia di Giordano V. Amato. Lo spettacolo fa parte del più ampio progetto Il Viaggio Continuo nato per avvicinare i ragazzi alla conoscenza di culture e tradizioni distanti dalla nostra, quindi ai temi dell’integrazione, della tolleranza, della pacifica convivenza, dell’incontro e dello scambio tra differenti culture, nel rispetto delle singole identità. La serata si chiude magicamente in musica alle ore 21,30 ai Giardini Pubblici nel Piazzale Galleria con un evento di respiro internazionale. Protagonisti i musicisti dell’ensemble KARKUM PROJECT – MUSICA E CULTURA CURDA capitanato da Mübin Dünen con Mübin Dünen (voce, santur, duduk, ney, percussioni, saz, baglama), Giulia Tripoti (voce, saz, percussioni, ogür sazi) Claudio Merico (violino, rebab, oud).
Un affascinante viaggio nella cultura curda, attraverso le sonorità e le musiche di questo popolo che si estende trasversalmente dall’Asia Minore lungo tutto il Medioriente. Un concerto che si esprime come una vera e propria storia d’amore in musica, nella sua accezione più sofferente, un viaggio onirico della tradizione attraverso suoni, voci, melodie e ritmi che riecheggiano nello spirito dei luoghi.


CAGLIARI – COLLE SAN MICHELE TEATRO IN PIETRA 1° – 4 AGOSTO

Dal 1° al 4 agosto Giardini Aperti si sposta nel Teatro in Pietra del Colle San Michele con tanti appuntamenti di livello internazionale come “FAMIGLIA GARDELONE” di e con Mauro Paganini che dall’Argentina e dalla Spagna, il 1° agosto alle ore 19.00, incanterà il pubblico con una performance animata da marionette, umorismo e musica. Alle ore 21,30 parte poi il primo evento dell’antologia dedicata alla “bicicletta” con “PERDIFIATO l’incredibile vita di Alfonsina Strada” di e con Michele Vargiu – Premio “PalcoOFF”2023 al Catania Fringe Festival come Miglior Attore e Miglior Soggetto. Si tratta di una coproduzione Meridiano Zero, Teatro Tabasco, Compagnia Vaga che racconta una storia di passione e di lotta, di muscoli e respiri spezzati: la vita di Alfonsina Strada, ciclista professionista e appassionata, detentrice di numerosi record su pista, nonché unica donna nella storia a correre il Giro d’Italia, nel 1924, al grido di «Vi farò vedere io se le donne non sanno stare in bicicletta come gli uomini!»

Secondo appuntamento con gli spettacoli dedicati alla bicicletta domenica 2 agosto alle ore 19.00 con un altro evento internazionale in compagnia di Jessica Arpin e il suo mirabolante spettacolo “KALABAZI”, una miscela di teatro, acrobazie, circo, cabaret e poesia in sella al velocipede. L’artista, che da sempre gira il mondo incantando grandi e piccini, offre un approccio unico al linguaggio performativo dialogando col pubblico e coinvolgendolo nei suoi numeri. Segue alle ore 21,30 l’imperdibile appuntamento con il geologo Mario Tozzi che assieme a Lorenzo Baglioni presenta “AL CLIMA NON CI CREDO”. In scena, con l’ausilio di immagini e video, evocando Greta Thunberg, i molti movimenti ambientalisti internazionali animati dai giovani e ascoltando la vox populi, col conforto delle tesi scientifiche e aiutati dalle didascalie canore, in un’ora e mezza di spettacolo il brillante duo cercherà di il pubblico che per arrestare i danni dei mutamenti climatici non c’è davvero più tempo.

La penultima giornata di Giardini Aperti si apre poi lunedì 3 agosto alle ore 19.00 con “MITI D’ACQUA” di e con Sista Bramini accompagnata da Camilla Dell’Agnola alla viola prodotto dalla compagnia O Thiasos TeatroNatura di Roma. Lo spettacolo trova ispirazione nelle metamorfosi acquatiche di Ovidio dove il mondo delle passioni umane e quello degli elementi naturali vivono ancora in un contatto fecondo di straordinari riflessi. L’intento è quello di evocare l’emozione pura, inconsueta, di un’appartenenza reciproca, forse dimenticata, tra ciò che scorre dentro di noi e ciò che scorre fuori, nella natura circostante. Alle ore 21,30 infine, si chiude l’antologia teatrale dedicata alla bicicletta con la produzione di Abaco Teatro “OTTAVIO BOTTECCHIA vite in volata” di e con Tiziano Polese e Rosalba Piras che cura anche la regia.

La diciassettesima edizione del “Festival Internazionale della Sostenibilità – Giardini Aperti 2024” si chiude martedì 4 agosto con due straordinari eventi di valenza internazionale. Alle ore 19.00 protagonista della scena è il geniale Emanuele Montibeller con “LECTIO MAGISTRALIS”, un incontro e dialogo aperto col pubblico sul tema di come oggi incalzi sempre più l’esigenza di una diversa collocazione nello spazio e nel tempo delle opere d’arte, delle cose, degli stessi fruitori, che sono chiamati a entrare nel processo artistico e ne diventano corresponsabili. Emanuele Montibeller, nato in Trentino, ha fondato Arte Sella, che a tutt’oggi rappresenta il luogo, noto in tutto il mondo, dove arte, architettura, musica, danza e altre espressioni della creatività umana si fondono.


In chiusura, alle ore 21,30 direttamente da Milano, i Freakclown si esibiscono in “LOST IN ROCK”, regia di Rita Peluso con Alessandro Vallin, Stefano Locati e Alessandro Palumbi. Uno spettacolo esilarante che unisce comicità, surrealismo, musica dal vivo e ricerca sul clown moderno, che è la cifra stilistica che accompagna il Trio da più di venti anni. Nella performance ogni pretesto diventa fonte di gioco, e allora gli amplificatori degli strumenti si trasformano in pupazzi, gli strumenti diventano racchette per un’improbabile partita a tennis, le bacchette della batteria vengono utilizzate come clave da giocolieri, ma soprattutto il pubblico viene reso partecipe del gioco del clown.

Il “Festival Internazionale della Sostenibilità – Giardini Aperti 2024” è organizzato da Abaco Teatro con il Contributo del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, della Fondazione di Sardegna, con il Patrocinio della Città Metropolitana di Cagliari, il sostegno e il patrocinio dei Comuni di Villaspeciosa, Siliqua, Monserrato, Maracalagonis, Elmas e Cagliari.

EROE PER I DIRITTI UMANI 2023

Due Eroi per i Diritti Umani premiati dal Gruppo Civico Interazione

Conferito a Ivano Argiolas, fondatore dell’ente benefico “Renzo Galanello”, e Maria Fois Maglione, fondatrice e responsabile de Il Giardino di Lu, il premio speciale Eroe per i Diritti Umani

          La serata di giovedì 7 dicembre ha visto celebrarsi, per il secondo anno consecutivo, il premio speciale “Eroe per i Diritti Umani”. Il premio, indetto dal Gruppo Civico Interazione, mira a individuare persone che si sono distinte per il loro impegno nei confronti della comunità; un impegno profuso senza la pretesa dei clamori della cronaca ma che nei fatti influenza in larga scala la nostra comunità.

          L’evento si è celebrato presso la comunità La Collina di Don Ettore Cannavera, uno dei fondatori del Gruppo Civico Interazione alla presenza di alcune decine di persone e di altri due tra i fondatori, Nicola Oi della Chiesa di Scientology e Mohamed Doreid dell’Unione Culturale Libanese nel Mondo. E’ stato Nicola Oi ad aprire la serata portando in primis il saluto del quarto dei fondatori, Yudhisthira Dasa, responsabile in Sardegna dei devoti Hare Krishna. La data non è stata scelta a caso ed opportunamente ricade in vicinanza del 75° anniversario dalla pubblicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani risalente al 10 dicembre 1948.

          Dopo la proiezione del video “La Storia dei Diritti Umani”, Mohamed Doreid è stato chiamato a consegnare il primo premio a Ivano Argiolas. La scelta è ricaduta su lui perché non solo ha creato varie associazioni, tra le quali l’Ente Benefico Renzo Galanello è la più recente in ordine cronologico, in favore e supporto di chi come lui è affetto da talassemia, ma ha perfino messo a disposizione la sua stessa vita affinché la ricerca scientifica potesse progredire in direzione di una soluzione per chiunque sia affetto da questa patologia. “Personalmente, come scrivo nel mio libro “Paura di Guarire”, nelle mie attività (siano esse di volontariato, politica e lavoro) c’è la voglia di restituire quanto ricevo dai donatori di sangue, dagli operatori sanitari, dai ricercatori e dalle persone che mi vogliono bene” ha detto Ivano Argiolas, mostrando grande gratitudine per le persone con cui collabora e grazie al cui aiuto riesce ad ottenere i risultati per cui è stato premiato.

          A far seguito è stato Don Ettore Cannavera che ha introdotto il secondo premio della serata a Maria Fois Maglione, fondatrice e responsabile de Il Giardino di Lu. Nel suo caso la scelta di premiarle Eroe per i Diritti Umani è ricaduta per la sua capacità di trasformare un dramma, come la perdita prematura di una figlia per un tumore ovarico, in opportunità: tramite la prevenzione sul tumore ovarico infatti garantisce la possibilità che tante donne si salvino da questo male e tramite il Giardino di Lu e l’Orto Terapeutico, riserva ristoro, calma e pace interiori, non solo a chi soffre di mali paragonabili a quello sofferto da sua figlia, ma a qualunque visitatore. “Coltivando i tulipani pensavo di poter parlare ancora con mia figlia. Poi le continue visite e richieste delle persone mi hanno fatto pensare che potevo aiutare altre donne e così è nato il Giardino di Lu. Ad oggi finanziamo borse di studio per la ricerca sempre nella speranza di dare aiuto e conforto a chi vive questo male” sono state le commoventi parole di Maria Fois Maglione.

          In conclusione un invito al pubblico ad approfondire la conoscenza dei 30 articoli della Dichiarazione Universale. Soprattutto un invito a cercare tra le proprie conoscenze, coloro che si impegnano perché ad altri siano garantiti diritti; a cercare quelli che si danno da fare, non pensando solo a se stessi, ma tenendo sempre ampio spazio per l’aiuto a chi li circonda. Un invito ad individuare altri Eroi che, come Ivano Argiolas e Maria Fois Maglione, si danno da fare per la comunità con una tale naturalezza da non pensare mai di dover ricevere un premio per ciò che fanno, ma che di fatto, con la loro missione, rappresentano quella mano tesa che tutti possiamo raggiungere quando abbiamo bisogno di aiuto. Appuntamento all’anno prossimo per conoscere chi saranno i nuovi premiati come Eroe per i Diritti Umani.

Nicola Oi introduce la serata
Mohamad Doreid consegna il premio EROE PER I DIRITTI UMANI 2023 a Ivano Argiolas
Don Ettore Cannavera consegna il premio EROE PER I DIRITTI UMANI 2023 a Maria Fois Maglione

Il Gruppo Civico Interazione ha celebrato la settimana dell’Armonia Interreligiosa

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Le innumerevoli attività interreligiose, che il gruppo civico Interazione porta avanti da anni, hanno visto un incontro alla Chiesa di Scientology della Sardegna nella serata di martedì 7 febbraio. Poteva essere compreso fin dal titolo dell’incontro il tenore di questa riunione: “Un Solo Dio per tutto il Creato” è stato l’argomento sul quale si è dibattuto per stabilire attività che abbiano luogo nei prossimi mesi e vedano il coinvolgimento del maggior numero possibile di confessioni religiose.

          In primis erano presenti i fondatori del gruppo Interazione, Don Ettore Cannavera, Yudhisthira Dasa, Mohamad Doreid e Ignazio Deriu, rispettivamente di fede Cristiana, Hare Krishna, Islamica e Scientology. In aggiunta Suor Assunta Corona e Piano Siddi, Direttore Ufficio Ecumenico e Dialogo Interreligioso della Diocesi di Cagliari, hanno elevato lo spessore del dibattito, tanto sul piano culturale, quanto su quelli umano e teologico. Si è dibattuto sulla diffidenza che talvolta hanno le persone nell’accettare la sola idea che qualcuno possa professare una fede differente dalla propria. Nel dibattito è stato molto facile comprendersi ma sono emerse delle criticità che il gruppo Interazione si è proposto di affrontare, a prescindere da quanto tempo possa sembrare volerci, per creare un clima di vera tolleranza.

          L’urgenza di affrontare queste criticità è stato aperto con alcune parole di L. Ron Hubbard: “Il punto più critico in cui una cultura può essere attaccata è probabilmente la sua esperienza religiosa” e ancora, “La religione è il primo senso di comunità”. Sono emersi due punti chiave sui quali lavorare e che appaiono per certi versi in contraddittorio ma che di base convergono: paura e rafforzamento della fede. Dalle parole di Don Ettore Cannavera che ha individuato in incontri come questo “il vero senso di interreligiosità” consistente nella conoscenza e accettazione della diversità, a quelle di Suor Assunta che ha sottolineato come “non c’è sincretismo nell’accattare la fede altrui, Dio sa dell’esistenza di più fedi e se le accetta Lui, diveniamo più forti nella nostra fede se accettiamo l’esistenza di altre vie che ci conducono a Lui”. Ancora Yudhstira Dasa che ha sottolineato quanto “l’uomo purtroppo è troppo spesso spinto dalla paura e non accetta il diverso perché la paura stessa lo guida” e Mohamad Doreid a supportare lo spirito de “dobbiamo semplicemente essere più umani” si è giunti alla conclusione di Pino Siddi “la forza nella nostra personale fede deve sempre crescere e allora non avrò paura della fede altrui, solo così potrò arricchirmi culturalmente nel conoscere esperienze di altri”.           Con questi temi ben impressi nella mente, il gruppo ha concluso la serata con l’accordo di proseguire il cammino di incitare ognuno a rafforzare la propria fede diffondendo una cultura di curiosità delle diversità per raggiungere un vero clima di tolleranza.

CAGLIARI, ANDATO IN SCENA AL TEATRO SANT’EULALIA IL PREMIO SPECIALE EROE PER I DIRITTI UMANI

Non solo la celebrazione del 74° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma anche la presentazione di assolute eccellenze in questo campo.

La serata di lunedì 12 dicembre ha visto svolgersi l’annunciato Premio Speciale Eroe per i Diritti Umani. Si è celebrato nel Teatro Sant’Eulalia che, vista l’annessione alla parrocchia, non poteva essere luogo più adatto per un iniziativa come questa. A consegnare il premio è stato il Gruppo Interazione, da anni attivo nel diffondere ideali di tolleranza, pace e comprensione reciproci e che, tramite questo evento ha voluto contemporaneamente celebrare il 74°anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e rendere omaggio a persone che garantiscono il rispetto degli stessi.-

          La serata si è aperta coi saluti a nome dell’amministrazione comunale di Cagliari da parte dell’On. Edoardo Tocco. Il suo discorso ha immediatamente introdotto la necessità di rendere i Diritti Umani una realtà sottolineando l’impegno necessario da parte di ogni singolo cittadino e degli amministratori in primis. A seguire il primo a ricevere il riconoscimento “Eroe per i Diritti Umani”. Si è trattato del Signor Iser Sanna che ha ritirato il premio a nome della Comunità di Soleminis Onlus di cui è fondatore e responsabile. “Fatti personali mi hanno portato a dovermi occupare di situazioni di estremo disagio – ha detto il Signor Sanna – ma nel farlo ho pensato a tutti quelli che potevano vivere situazioni simili alla mia. Credo in Cristo e per questo ho voluto estendere a qualunque bisognoso il mio operato. Ecco perché da 38 anni continuo con questo servizio”.

          A fargli seguito è stata Suor Assunta Corona, dell’ordine delle Figlie della Carità. Ha avuto il ruolo di insegnante nella vita “ma l’ho interpretato porgendo la mano a quelli che parevano essere indietro, spesso ultimi. Ho sempre preposto queste persone perché troppo spesso rimangono abbandonate a se stesse e nell’aiutarle mi arricchivo”. Le persone a cui faceva riferimento non erano solo studenti con bassi voti, ma ragazzi e soprattutto ragazze che avevano conosciuto i lati oscuri della vita, perfino le violenze.

          Dopo è stato il turno di Professor Carlo Pilia che ha fatto del diritto molto più che un insegnamento. “Ho notato studenti perdere la passione per il diritto mentre questo è ciò che ci garantisce doveri e libertà – ha detto il Professore – Ho lavorato e lavoro per perfezionare la laurea Europea in Mediazione Sociale perché le persone lasciano il proprio paese in quanto sentono che i propri diritti fondamentali sono calpestati, talvolta persi. Quando l’emigrante arriva nel nuovo paese, gli viene detto ‘non hai diritto di…’. Allora quale è la tutela della persona se non ha diritti in patria e nemmeno dove viene accolto?” Quest’importante riflessione lo ha portato a codificare un nuovo percorso che forma professionisti del diritto e dell’accoglienza in contemporanea.

          A chiusura dell’evento è stata presentata l’istituzione di un nuovo premio alla memoria di coloro che nella vita hanno mostrato coraggio, forza, responsabilità e onore ma i cui gesti sono rimasti nei ricordi della famiglia e di quelli che sono stati salvati. I racconti d’infanzia del conduttore televisivo Gennaro Longobardi hanno portato alla consegna di questo premio a suo padre Ciro che letteralmente salvò la vita a numerose persone. Il premio dal titolo “Il Mio Eroe” prevede appunto portare alla memoria esempi come questo, per sottolineare un concetto che è emerso anche dai discorsi di tutti e tre i premiati in precedenza: nessuno ha detto di sentirsi eroe, tutti hanno raccontato di sentirsi spinti dal dovere e da un’innata voglia di determinare condizioni migliori nelle persone con cui vengono a contatto. In tal senso tutti hanno mostrato quanto non basti fare ciò che si riesce a fare ma sia necessario fare ciò che va fatto.

          Ancora una volta la serata ha mostrato che, come disse L. Ron Hubbard “i diritti umani devono divenire una realtà non un sogno idealistico”. Il fatto che nella nostra società ci siano persone che, con l’umiltà dimostrata da tutti i premiati, agiscono per far stare meglio le altre persone, non può che far sperare nella possibilità che i Diritti Umani possano arrivare ad essere garantiti a tutti.

Per vedere il video integrale della conferenza fai click nel link sottostante:

https://fb.watch/hOPGMogKEQ/

Riflessioni… Ama i tuoi Nemici

Ciò di cui abbiamo bisogno in questi giorni e in queste circostanze internazionali, regionali e locali di seguire la parola di Gesù Cristo: “Ama i tuoi nemici”. È chiaro che è un appello ad affrontare contraddizioni, disaccordi e odi con amore, non con violenza. Tuttavia, è un peccato che la violenza sia il primo metodo utilizzato dagli oppositori per risolvere i propri problemi. Violenza psicologica, verbale e fisica. È anche un peccato che le persone non abbiano imparato dalle loro esperienze passate a cosa porta la violenza. Quale guerra ha vinto senza perdere? Quali parole rozze non hanno danneggiato il suo proprietario con il danno che ha inflitto all’altro? Troviamo questa situazione diffusa in tutta la terra, in tutte le società, in tutti i paesi e tra tutte le religioni… È strano che nessuno dei contendenti abbia pensato che la ripetizione della stessa azione avrebbe portato allo stesso risultato. Quello che è successo oggi in Ucraina, nel corso di un mese, ha bisogno di decine di anni per rimediare ai suoi danni. Quello che sta succedendo in Medio Oriente ha bisogno dello stesso periodo. La causa palestinese non è diversa da questo caso. E la situazione libanese non si discosta da questa regola: qualche disaccordo tra noi che non si è protratto negli anni per uscire da queste complicazioni? In questa stagione elettorale abbandoniamo la violenza verbale, i discorsi offensivi, il ridicolo, il ridicolo dell’altra opinione e gli insulti personali, ma quel che è peggio è che questa situazione si sta diffondendo tra gli intellettuali come tra il grande pubblico. Sì, come trattiamo questa condizione? Ci sono vari metodi: tra cui il metodo di risoluzione delle controversie, che è un’abilità del ventunesimo secolo. Nessuno è d’accordo sul fatto che c’è una forza nell’amore che nessun’altra virtù possiede. L’amore ci rende pazienti, sopportando le difficoltà e inesorabilmente al di sopra della responsabilità per gli errori, quindi affrontiamo le questioni con calma, dolcezza e gentilezza. L’amore non perdona gli errori, né chiude un occhio. Piuttosto, lo tratta con clemenza, nobiltà, comprensione, imparzialità e ricerca dell’interesse pubblico… Rispondere a un insulto con un insulto equipara il calunniatore al calunniato e degrada entrambi. Affrontare le rivalità con amore significa rinunciare all’orgoglio personale, non alla dignità. Questo Significa apertura all’altro e ricerca delle ragioni che lo hanno portato alle sue posizioni. Significa anche capire le sue paure, i suoi obiettivi, i suoi punti di partenza… e rassicurarlo e aiutarlo sinceramente ad uscirne. Questo richiede la ricerca di punti di convergenza su cui basarsi nell’affrontare i punti di differenza. Adottare la “capacità di risoluzione dei conflitti” richiede definire accuratamente il problema, ricercarne le cause, studiarne i risultati, quindi presentare possibili soluzioni, classificare le soluzioni in base all’efficacia di ciascuna di esse, e sperimentarle.. fino a quando si raggiunge il risultato desiderato. Nell’applicare questi due metodi all’attuale situazione libanese, dobbiamo abbandonare alcuni dei meccanismi che abbiamo provato in precedenza e non hanno dato il risultato che cercavamo. Discorsi duri, insulti e tradimenti… non ci hanno fatto bene. Perché tenerle strette? Tutti coloro che si occupano di affari pubblici in Libano dichiarano che combatteranno la corruzione (e questo è un esempio che vale per tutti i nostri problemi). Questa è una dichiarazione di intenti. Praticamente nessuno ha offerto una soluzione a questo problema. Piuttosto, tutti si sono rivolti al dire che la causa dei conflitti e le corruzioni sono colpa  di un altro e con questa accusa di corruzione  si sono giustificati da essa. Questo metodo ci porta a due cose: o sono tutti corrotti, o sono tutti onesti. Se fossero tutti onesti, non soffriremmo il problema della corruzione. La soluzione: studiare e identificare le manifestazioni della corruzione, le sue sedi, i suoi partecipanti e le sue cause, e fornire soluzioni realistiche ad essa, con la distribuzione dei ruoli tra le istituzioni giudiziarie e amministrative dello Stato. A meno che un partito non ci presenti un tale studio (dai partiti lealisti, dall’opposizione e dalle forze del cambiamento), non siamo sicuri delle loro capacità di risolvere, o della loro capacità di farlo, o del loro sincero desiderio di trattare questo flagello. Signori, invece di accusarci, insultarci, o al massimo biasimarci per le parole oggettive con cui  rispondiamo, impegnatevi a cambiare il vostro modo di lavorare per cambiare le situazioni di cui ci lamentiamo.

Infine il mio consiglio è di Restate UMANI e pensate al prossimo e al futuro dei nostri familiari e figli.

S.v. Doreid Mohamad

SRI GAURA PURNIMA, LA DIVINA APPARIZIONE DI SRI CAITANYA MAHAPRABHU, DIO LA PERSONA SUPREMA

Il 18 marzo 2022, i devoti Hare Krishna celebrano una ricorrenza molto importante chiamata Sri Gaura Purnima, la divina apparizione di Sri Caitanya Mahaprabhu, il Signore Supremo.

INTRODUZIONE – CHE COS’È GAURA PURNIMA?

Gaura Purnima è la ricorrenza dell’apparizione di Sriman Mahaprabhu, la Suprema Personalità di Dio. Purnima indica il giorno di luna piena, mentre Gaura è uno dei nomi di Mahaprabhu, che significa “Chiaro”, perché la carnagione di quest’incarnazione del Signore Supremo era di un colorito dorato, chiaro.

Il Signore Supremo vive eternamente nella dimora spirituale, la parte della creazione eterna in cui compie illimitati passatempi con i Suoi associati e le Sue infinite manifestazioni. Alcune anime sono però venute nel mondo materiale, rimanendo intrappolate in un ciclo infinito di nascite e morti ripetute. Per liberare le anime da questa sofferenza, il Signore discende di era in era personalmente, come affermato da Lui stesso nella Srimad Bhagavad-Gita (4.8):

paritrāṇāya sadhunaṁ

vināśāya ca duṣkṛtām

dharma-saṁsthāpanārthāya

sambhavami yuge yuge

[“Per liberare i devoti e annientare i miscredenti, nonché per ristabilire i principi della religione, Io stesso appaio, era dopo era.”]

Ogni volta che il Signore discende, i Suoi devoti celebrano la Sua apparizione e le Sue gesta, questo perché il ricordo del Signore conferisce ogni buon auspicio e aiuta le anime condizionate nel cammino verso il ritorno nella loro dimora eterna, la loro vera casa, il mondo spirituale.

Il Signore possiede illimitate manifestazioni, di cui l’origine di tutte è Svayam Bhagavan (Il Signore Supremo originale) Vrajendra-nandana Sri Krsna, come confermato nella scrittura Srimad-Bhagavatam (1.3.28) kṛṣṇas tu bhagavān svayam, “Krsna è la Suprema Personalità di Dio originale.”

Sebbene il Signore sia sempre lo stesso e non ci sia differenza tra Lui e le Sue altre manifestazioni, ognuna di esse possiede una Sua specialità e compie dei passatempi unici.

Tra le tante manifestazioni del Signore, tre sono prominenti: Sri Ramacandra, Sri Krsna e Sri Caitanya Mahaprabhu.

L’apparizione di Sri Ramacandra è celebrata come Rama-navami, mentre quella di Sri Krsna è chiamata Jamnastami.

Sri Caitanya Mahaprabhu è considerato la manifestazione di Krsna più misericordiosa, perché è disceso nell’era attuale, l’era di Kali, solamente per conferire l’amore per Dio a tutte le anime, senza distinzione di razza, credo o casta, siano essi animali, piante o esseri umani. Perciò, nel giorno più propizio di Gaura-purnima, i devoti da tutto il mondo celebrano la ricorrenza della divina apparizione di Sriman Caitanya Mahaprabhu con canti, danze, ascolto dei passatempi e degli insegnamenti del Signore e offrendo del delizioso cibo vegetariano a tutti coloro che partecipano, chiamato prasadam.

CHI È SRI CAITANYA-DEVA? DI SRI SRIMAD BHAKTISIDDHANTA SARASVATI THAKURA PRABHUPADA

Sri Caitanya-deva non è una personalità vecchia di duemila o diecimila anni, è eterno. È la Suprema Personalità di Dio. Non ha inizio, è l’origine di tutto e la causa di tutte le cause. Non è nato sotto l’influenza del tempo. Piuttosto, passato, presente e futuro hanno origine da Lui. È eterno e onnipotente. Non è un corpo fisico di ossa e sangue, ma il Signore primordiale. È il supremo goditore e il proprietario di tutto. È l’Anima Suprema situata nel cuore di tutte le entità viventi. È il Brahman supremo e il Signore Supremo. È Krishna Stesso ed è la sorgente di tutte le incarnazioni. È pieno di opulenza ed è la suprema Verità Assoluta.

Sri Caitanya-deva è un oceano di misericordia. Nessun altro può concedere così tanta misericordia come fa Lui. Nessun’altra incarnazione del Signore ha mai distribuito così tanta misericordia senza causa. La Sua misericordia viene distribuita alle persone indegne per renderle qualificate. La Sua misericordia è eterna. È così misericordioso da darSi ai devoti. Non si è mai vista una tale compassione prima d’ora.

I materialisti, i ricercatori della Verità Assoluta attraverso la speculazione mentale e coloro che sono dediti all’acquisizione di capacità mistiche, sono incapaci di vedere la bellezza della Sua distribuzione dell’amore per Dio, ma ogni anima fortunata può ottenerlo. Perciò dico, abbandonate tutte le vostre considerazioni e passate il tempo ascoltando di Śrī Caitanya-deva. Se ascoltassimo di una tale personalità, che è di gran lunga superiore agli esseri umani ordinari, potremmo trovare la qualifica necessaria per impegnarci nel Krishna-bhajana, la via dell’adorazione di Dio, la vera via della pace. Allora svilupperemo la propensità ad amare il Signore come nostro figlio. Se potessimo rimpiazzare la concezione che la percezione della vita umana, o la pace, viene ottenuta da un matrimonio tra un uomo e una donna terreni, allora una madre non considererebbe più un figlio come suo. Il nostro successo arriva quando ristabiliamo la nostra relazione con il Signore Supremo. I cinque tipi di relazione, ovvero la relazione neutrale-contemplativa, la relazione di servizio, la relazione di amicizia, la relazione di affetto dei genitori e la relazione di amore tra amati, sono presenti pienamente nel Signore Supremo. Poiché abbiamo stabilito la nostra relazione con gli oggetti temporanei invece che con Lui, non siamo capaci di comprendere queste cose.

La Verità Assoluta è piena di conoscenza e beatitudine. Corriamo di qua e di là cercando di conoscerLo, ma il Signore del mondo spirituale è apparso in una forma umana tra di noi come Sri Caitanya-deva per istruirci. Se non seguiamo le Sue istruzioni, come otterremo del beneficio?

Jay! Gloria a Sri Gaura Purnima, divina apparizione di Sri Caitanya-deva!!

Ogni Uomo

Un pensiero dall’Amico Gennaro Longobardi

Ogni uomo su questo pianeta dovrebbe diventare conscio dell’immensità che lo circonda e non ignorarla o darla per scontata. Ogni uomo su questo pianeta dovrebbe capire o diventare consapevole, che ogni problema, ogni ostacolo, ogni dramma, nella sua piccola o importante grandezza, che dovrà affrontare,  sarà sempre un’occasione di riflessione, reazione e meditazione, seppur nella sua angoscia o grande preoccupazione…

Spesso o quasi sempre dimentichiamo che viviamo su un minuscolo pianeta che abbiamo chiamato Terra, un piccolo granello sospeso nell’immensità di un universo a noi sconosciuto. Ed è proprio quello il salto che dovremmo fare… capire che non siamo eterni e che l’adesso è la sola eternità che cerchiamo incessantemente di possedere ma alla quale non diamo nessuna importanza, proprio nell’atto della sua stessa esistenza.

Gennaro Longobardi

CHI SONO I DEVOTI DI KRISHNA, GLI HARE KRISHNA?

di Yudhisthira Das – responsabile regionale della comunità Hare Krishna

I devoti di Krishna appartengono alla tradizione Gaudiya Vaisnava, meglio nota in occidente come Movimento “Hare Krishna” o “Movimento per la Coscienza di Krishna”. Questa tradizione Vaisnava, che tratta della relazione eterna che lega gli esseri viventi a Dio, è molto antica (risale al tempo della presenza di Sri Krishna su questo pianeta, ovvero circa 5.000 anni fa). In tempi più recenti questa tradizione ha riacquistato grande vigore tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo d.C., grazie all’opera di Sri Krishna Caitanya Mahaprabhu, designato dalla Scritture vediche come manifestazione di Dio stesso, disceso per diffondere il canto del santo nome del Signore Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare in ogni città e in ogni villaggio del pianeta.

Nei secoli successivi questa tradizione è stata tramandata dagli acarya (grandi maestri) della Gaudiya Vaisnava Sampradaya, catena di maestri grazie alla quale il messaggio spirituale è potuto arrivare intatto fino a noi. Un importantissimo anello di questa catena di maestri è Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, fondatore-acarya dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna che ha diffuso a livello mondiale gli insegnamenti rivelati da Sri Caitanya Mahaprabhu, insegnamenti che erano rimasti, prima di lui, confinati all’interno dell’India.

A partire dal 1965, all’età di 69 anni, Srila Prabhupada ha lasciato l’India con destinazione New York per soddisfare il desiderio del suo maestro spirituale che desiderava far conoscere ai Paesi occidentali la filosofia del bhakti-yoga. Punto centrale di questi insegnamenti, è che ogni cosa, ogni essere vivente, ha una relazione eterna con Dio ed è, simultaneamente, uguale e differente da Lui. Questo principio, in tutte le sue profonde sfaccettature e ramificazioni, è stato ampiamente spiegato in una vasta letteratura denominata “Scritture Vediche” di cui la Bhagavad-gita, lo Srimad-Bhagavatam e la Caitanya-caritamrta ne costituiscono il cuore. La traduzione dall’antico linguaggio Sanscrito all’Inglese (e grazie ai suoi discepoli è stata poi resa anche nelle altre lingue del mondo) di tale ampia letteratura ha costituito il dono principale che Srila Prabhupada ha fatto all’umanità. Questa grande personalità ha lasciato il mondo nel 1977, ma la sua missione è stata proseguita da alcuni dei suoi confratelli (discepoli di uno stesso maestro) e discepoli tra cui Srila Bhakti Vaibhava Puri Gosvami Maharaja e Srila Bhaktivedanta Narayana Gosvami Maharaja (recentemente scomparsi), che si distinguono nel mondo occidentale per la loro instancabile opera di predica che li ha portati, nonostante l’età avanzata, a viaggiare ovunque per aiutare i devoti nella pratica quotidiana, proseguire la traduzione dei testi spirituali e spiegare i profondi insegnamenti dei Veda a tutti coloro che incontravano.

In sintesi, i Veda spiegano che la vita umana è difficile da ottenere ed è preziosa, e sebbene temporanea deve servire a comprenderne l’importanza. Per prima cosa dobbiamo sapere ‘Chi sono io? Perché sono in questo mondo materiale?’ Tutti cercano la felicità ma dobbiamo accettare anche la sofferenza. Perché? Chi è il creatore di questo Universo? Chi lo mantiene e chi lo distrugge? Queste cose sono molto importanti da sapere e devono essere conosciute dagli esseri umani. Se chiediamo a qualcuno ‘Chi sei?’, risponderà con il suo nome e/o con la sua posizione ‘sono un uomo’ ‘sono una donna’, ‘sono un dottore’ ecc., ma questa non è la nostra vera identità. Qual è allora la nostra vera identità? Si tratta della prima cosa da conoscere. Nella Bhagavad-gita, Krishna, la Suprema Personalità di Dio, che è il Creatore dell’universo, afferma che “noi non siamo questo corpo”, siamo anime spirituali eterne, parti e particelle della Suprema Persona di Dio, che vivono all’interno di un corpo materiale. A causa dell’influenza dell’energia materiale, abbiamo dimenticato la nostra vera identità spirituale e viviamo nella concezione corporea dell’esistenza. In quanto parti del Supremo, siamo qualitativamente uguali a Lui come le pepite d’oro sono qualitativamente uguali alla miniera d’oro perché fatti della stessa sostanza, ma siamo anche, allo stesso tempo, quantitativamente diversi da Lui perché siamo infinitesimali mentre Lui è infinito. In quanto parti di Dio abbiamo il dovere di servirLo: in ciò consiste la nostra posizione eterna. Ma siamo anche dotati di libero arbitrio. Possiamo scegliere se servirLo oppure no. Se scegliamo di non servirLo, allora veniamo nella dimensione materiale dove vivremo alla ricerca di una propria felicità egoistica. A causa di questa ricerca di felicità egoistica, sviluppiamo desideri materiali che ci intrappolano sempre più in questa concezione materiale della vita continuando a compiere attività materiali che ci fanno ottenere un corpo materiale dopo l’altro. Da innumerevoli vite soffriamo in questo mondo materiale subendo le quattro forme di sofferenza: nascita, malattia, vecchiaia e morte. Nonostante i tentativi di godere dell’esistenza, alla fine otteniamo solo sofferenza. Perché? La causa delle nostre sofferenze è la dimenticanza dell’Anima Suprema. Chi è l’Anima Suprema? È Dio, il controllore Supremo, Krishna. Quando gradualmente ritroveremo la nostra connessione con Krishna, allora automaticamente la felicità arriverà. Come possiamo ottenere la conoscenza di Lui e della relazione che ci lega nonostante la nostra ignoranza? Krishna è molto misericordioso ed è disceso in questo mondo sia personalmente che nella forma di persone sante e sacre scritture, al fine di alleviare le sofferenze degli esseri viventi. Lui ci dice “Non utilizzate il vostro tempo solo per mangiare, dormire, avere relazioni sensuali e difendervi come fanno gli animali, ma utilizzatelo per compiere attività spirituali come cantare i Miei santi nomi trascendentali Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare / Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare.” Attraverso questo metodo ritroveremo la nostra relazione con il Signore Supremo in quanto la nostra vera identità è quella di essere Suoi eterni servitori.

Qual è il rapporto dei devoti di Krishna con le altre religioni o forme di spiritualità? I devoti pensano agli appartenenti alle altre religioni come a fratelli e sorelle, perché tutti apparteniamo allo stesso Dio e siamo quindi in realtà una stessa famiglia in quanto Suoi figli. Così come, ad esempio, l’acqua viene pronunciata in differenti modi a seconda dei differenti linguaggi restando pur sempre lo stesso oggetto, similmente Dio è Uno ma le preghiere che Gli rivolgiamo e il nome con cui Lo chiamiamo possono cambiare dovuto alle differenti lingue e culture.

Che tutti possano diventare felici e liberi da qualsiasi problema.

Hare Krishna Hare Krishna

Krishna Krishna Hare Hare

Hare Rama Hare Rama

Rama Rama Hare Hare

Progresso scientifico e spirituale dell’uomo procedono in stretta connessione

contributo di Suor Assunta Corona FdC

È sicuramente una novità che una donna, una cattolica ed anche religiosa si trovi qui a parlare di progresso spirituale dell’uomo nel mondo contemporaneo. Certo, senza il progresso scientifico e tecnologico, che ha investito il mondo Occidentale da Galileo in poi, la sottoscritta oggi non
sarebbe qui. Il progresso scientifico ha un’incidenza enorme non solo sulla vita biologica dell’uomo, ma anche sulla sua dimensione culturale, spirituale e religiosa.
Quale donna oggi sarebbe disposta a rimpiangere la condizione della donna che faceva il pane in casa, lavava la biancheria al fiume, soggiaceva al giudizio impietoso del proprio paese-villaggio, sottostava al potere del marito che poteva disporre di lei così come del proprio asino o del cavallo? Il progresso migliora la qualità della vita, perciò migliora anche la dimensione spirituale della persona. Questo è assodato. Ma il progresso scientifico e tecnologico, pur essendo in se stesso neutro, tende ad appropriarsi a 360 gradi della filosofia e a dominare il pensiero umano. Le filosofie scientiste e positiviste, di chiara derivazione materialista, da Kant fino quasi a tutto l’Ottocento, non senza una certa arroganza, hanno ritenuto di poter delimitare l’ambito dell’umana conoscenza alla sola esperienza empirica, relegando ogni altra forma conoscitiva ad un gradino inferiore, prerazionale. Ne è seguita la convinzione che la religione non è che uno stadio primordiale, attribuibile all’infanzia
dell’umanità, che deve cedere il passo allo stadio scientifico, l’unico degno dell’uomo moderno.
È nota la definizione di religione come “oppio dei popoli” introdotta da Hegel, e riproposta successivamente da Feuerbach e da Marx. L’alienazione religiosa sarebbe quindi la responsabile del perpetuarsi della divisione dell’umanità tra ricchi e poveri, tra sfruttati e sfruttatori, perciò la causa dell’infelicità umana.
Di rimando, l’uomo moderno si è visto premiato del titolo di individuo emancipato a condizione di accelerare la propria liberazione dalle proiezioni simboliche ereditate dalla cultura religiosa.
Non si dica che il processo di emancipazione dell’uomo dalla tradizione religiosa e culturale sia fallita se nei nostri ambienti qualsiasi ragazzino impertinente si sente in diritto di dileggiare la religione. Se F. Nietzsche incarica Zaratustra di annunciare la “morte di Dio”, e fa della “Gaia scienza” un
evangelo rovesciato, l’uomo così velocemente liberato dell’archetipo divino comincia a presentare qualche crepa, e a soffrire di un “male di vivere” (Montale) che è frutto della sua condizione di orfanezza del senso spirituale del vivere, ossia dello smarrimento dell’anima e della religione, che lo avevano accompagnato per molti millenni della sua storia. La letteratura di fine Ottocento e del primo Novecento si popola di figure che rappresentano l’uomo orfano di Dio.

Il Fringuello pascoliano, ormai cieco, non vedrà mai più il sole. Nel lamento struggente del fringuello Pascoli traspone la condizione dell’uomo reso orfano di Dio. La letteratura si popola di uomini dimidiati: l’ultimo dei Buddenbroock , o il Tadzio di “Morte a Venezia di T. Mann , “L’uomo senza qualità” di Musil, il Gregor di Kafka, ridotto a scarafaggio buono solo ad essere spazzato via con la scopa non sono che alcuni dei dolenti personaggi che affollano la letteratura occidentale.
La perdita non è solo individuale, ma collettiva. Con il suo “Maledetto sia Copernico” del “Fu Mattia Pascal” Pirandello sa bene con Einstein che è finita per sempre l’illusione umana di credersi il centro dell’universo. L’antropocentrismo è finito per sempre. L’uomo altro non è che una
periferia fragile e insignificante di un cosmo indecifrabile. Il quadro potrebbe oscurarsi ancora di più se si prendono in considerazione le dittature, le guerre
mondiali, i genocidi che hanno straziato il Novecento. Ma ecco che cominciano a farsi strada voci di ben altra tonalità di quelle dei maestri del sospetto.
Mìrcea Elìade, un antropologo, filosofo, studioso degli archetipi religiosi primordiali, nella prima metà del secolo scorso, in aperto contrasto con le precedenti teorie, accentuando l’aspetto sociale e collettivo della nozione di Dio, teorizza la religione come axis mundi di tutte le civiltà umane.
Intanto, il noto psicoanalista Carl Gustav Jung, nella sua autobiografia racconta un episodio da lui vissuto all’età di 12 anni quando, passando davanti alla cattedrale di Basilea, nella sua immaginazione vide in cielo una figura solenne, seduta su un trono, che versava dello sterco sul tetto della cattedrale facendolo crollare. Dopo lo sbigottimento iniziale, il giovane Jung cercò di capire il senso di questa sua immaginazione. La interpretò come una manifestazione di Dio alla sua persona. Prese coscienza che Dio c’è e che è una realtà insopprimibile nell’interiorità dell’uomo, ma questo Dio rigetta come un involucro vuoto la religione tradizionale 2 .
In età matura lo stesso Jung farà scrivere sulla porta della sua casa la scritta che campeggiava all’ingresso dell’oracolo della Pizia a Delfi: vocatus atque non vocatus Deus aderit. Spiegherà di aver fatto incidere questa frase per ricordare a se stesso e ai suoi pazienti la condizione precaria dell’essere umano che solo nel riconoscimento della propria dipendenza dal divino giunge alla coscienza e alla libertà. Senza tale consapevolezza, l’uomo non porterà a compimento il processo di individuazione, che è il compito più serio della vita di ciascun uomo e dei popoli.
Con le sue teorie Jung riapre sia il discorso della spiritualità umana, sia il discorso religioso, che con Darwin, Freud e tanti altri sembrava essere arrivato al capolinea. La spiritualità e la religione sono tutt’altro che tramontate nella storia dell’evoluzione umana. Il grido nicciano non è falso, ma la morte di quale dio annuncia Zaratustra? Ad essere morto è il dio costruito dall’immaginazione
dell’uomo, che lo ha fabbricato a sua immagine e somiglianza: un essere arcigno e cattivo, pronto a punire l’uomo con le torture più atroci. Non è morto l’archetipo del divino con i suoi simboli primordiali che popolano realmente il mondo spirituale dell’uomo. In Dio si crede, afferma Jung per esperienza, perché il divino insorge continuamente dentro l’animo umano e informa di sé la persona.
Nella sua breve esistenza l’uomo ha il compito di perseguire il principio di individuazione, ossia acquisire coscienza di sé. Questo passaggio che il cristianesimo definisce come vita nuova in Cristo Pantocrate, la gnosi e molte altre filosofie lo chiamano illuminazione, dice in sostanza che l’uomo raggiunge la felicità nella misura in cui persegue questo processo conoscitivo di sé, di cui la conoscenza scientifica ed empirica non è che il livello più superficiale, quasi elementare del cammino umano. Perciò chi volesse eliminare l’intuizione, la spiritualità e la religione dal cammino umano 3 si condannerebbe alla condizione del fringuello cieco. Questa è la vera emancipazione che il progresso ha permesso in età moderna.
L’uomo deve imparare a decifrare i processi della propria interiorità e ad abitarli, non a respingerli. Ciò che insorge nello spirito umano come intuizione, bisogno, desiderio ci informa di una verità che la sola conoscenza empirica non potrà mai darci.
Per esempio, nessuna informazione scientifica mi dirà come stanno le cose nell’aldilà, ma è certo che la nozione di annientamento totale della vita con la morte mi crea sgomento e paura, mentre la nozione del compimento della mia vita mi comunica sensazioni, sentimenti immagini condivisa da una simbologia collettiva e pressoché universale. Ho il diritto di fidarmi della mia intuizione positiva piuttosto che di quella negativa. La storia dei popoli dice che i gruppi umani, pur senza aver contatti tra di loro, hanno elaborato unanimemente simboli del divino, dello spirito umano e della vita oltre la morte.
Mi avvio alla conclusione con alcune considerazioni:
Noi siamo grati alla scienza che ha reso più veloci i nostri piedi con le auto, con i treni e con gli aerei; siamo grati alla scienza che ci ha regalato gli elettrodomestici, che ci consentono di risparmiare tempo da dedicare alla cultura, all’amore, alla vita; siamo grati alla scienza che ci permette di liberarci in gran parte del dolore fisico e ci aiuta a vivere più a lungo e meglio, siamo
grati alla scienza che ci permette oggi di parlare tra di noi via zoom malgrado il covid… Soprattutto ringraziamo il progresso scientifico in quanto ha contribuito alla liberazione della vita della persona.
Tale liberazione implica la capacità di conoscere in modo più personale i significati religiosi della vita e di imparare a coltivare la comunione con Dio che si compiace di abitare in noi. Si realizza così la promessa che la vita di questo filo d’erba che siamo noi nel cosmo infinito giungerà alla pienezza del compimento.
La spiritualità è dunque viva più che mai, ma chiede di passare da forme di religiosità esteriore e formale ad una religione che sia adesione personale e interiore. Ci chiede di coltivare la consapevolezza che il divino abita in noi ed è nostro interlocutore preferenziale. Significa anche curare la nostra persona, averne stima, apprezzarla, sorprendersi per le sue capacità, coltivarla come
il principale dei nostri compiti, per avere con il divino che ci abita un dialogo come con il nostro interlocutore più vicino. Capirete che, alla luce di quanto abbiamo cercato di dire, famiglia, scuola società, politica ecc. hanno un compito tutto nuovo da svolgere: ecco la spiritualità in azione.