Mi presento, sono Genet Woldu Keflay, di origine Eritrea ma nata in Etiopia; sono arrivata in Sardegna nel 1994 e dal mio arrivo opero come Mediatrice Interculturale. Sono anche Presidente dell’Associazione “Migrati del Corno d’Africa in Sardegna”. Lo scopo del mio lavoro in qualità di Mediatrice Interculturale è di facilitare l’incontro tra gli ospiti e gli ospitanti, nello spirito di fratellanza, basato sul rispetto reciproco per creare un mondo più umano e civile, dove i diritti siano condivisi e riconosciuti a tutti.
Come rappresentante e coordinatrice della Comunità dei paesi del Corno d’Africa e immigrati provenienti da paesi terzi, mi impegno attivamente per il loro inserimento nella società locale. Poiché quando arrivano in Sardegna la maggior parte di loro non conosce la lingua e la cultura locale, il mio ruolo è quello di assisterli dal momento dell’arrivo, facilitando il superamento delle barriere linguistico – culturale, nel campo lavorativo, burocratico e sanitario, accompagnandoli fino alla loro piena integrazione ed inserimento sociale. Ho l’onore di essere stata eletta coordinatrice delle attività religiose e spirituali all’interno della nostra comunità Cristiano Ortodossa Copta presente in Sardegna. Questo mi rende orgogliosa e investita di grande responsabilità nei confronti delle mie sorelle e fratelli in Fede.
La Chiesa ortodossa Etiope ed Eritrea, chiamata dai fedeli “Tewahedo” (unitaria, dell’unità), è stata per molti secoli unita alla Chiesa Copta Ortodossa e, quindi, soggetta al Patriarcato di Alessandria.
Gli Etiopi ed Eritrei sono la più grande comunità Cristiana non calcedonese.
Questo breve riassunto vuole essere un contributo per far conoscere ad un pubblico più vasto la ricchezza della storia e della spiritualità della Chiesa etiope ed Eritrea. L’Etiopia, uno degli Stati più antichi al mondo, è l’unico dell’Africa sub sahariana senza una significativa storia coloniale e nel quale la religione Cristiana sia riuscita a conservarsi indipendente dal dominio musulmano. La sua Chiesa è la prima dove si instaura e diffonde il messaggio di Cristo in una terra dell’Africa nera. Non solo, essa non è il risultato dell’opera missionaria europea, ma nasce e fiorisce ben prima di tante “cristianità occidentali”.
Pur essendo una delle maggiori tra le Chiese ortodosse orientali, quelle Etiope/Eritrea sono ben poco conosciute in Italia.
Inoltre, nel 1993 in seguito all’indipendenza dell’Eritrea come nazione, la Chiesa Ortodossa Copta nel 1994 ha nominato l’Arcivescovo per la Chiesa Ortodossa Eritrea Tewahedo, che a sua volta ha ottenuto autocefali nel 1998 con l’approvazione riluttante del suo sinodo madre. Nello stesso anno fu consacrato il primo patriarca eritreo.
Tra i segni che distinguono il culto ortodosso etiope/eritreo, vi è la particolare venerazione dell’Arca dell’Alleanza (Tabot), di cui si utilizza, durante le funzioni, una copia appositamente consacrata; la Chiesa ortodossa “Tewahedo” etiope sostiene infatti che l’Arca dell’Alleanza che Mosè aveva costruito durante il viaggio nel deserto verso la Terra Promessa sia conservata nella chiesa di Nostra Signora di Sion, ad Axum. Un altro tratto distintivo è la musica strumentale, di chiara origine veterotestamentaria (relativa al Vecchio Testamento); d’altro canto, come già accennato a proposito della Chiesa ortodossa eritrea, anche in quella etiope molte pratiche religiose riflettono forti influenze ebraiche e veterotestamentarie.
La presenza dei luoghi di culto nel territorio Italiano: Milano, Parma, Torino, Modena, Genova, Bologna, Bari, Firenze, Perugia, Bologna, Reggio Emilia, Udine. Di questi, in otto esiste la Chiesa con il Tabot.
Diffusione in Sardegna: Cagliari
Fedeli: circa Quaranta
Etnie: Etiopi ed Eritrei
Lingue: Amarico, Geez e Tigrino
Luogo di preghiera: in Sardegna non abbiamo una Chiesa o un logo di culto dove poterci incontrare; per questo motivo ci riuniamo in casa dei fedeli o in area aperta.
Prescrizioni alimentari: Tutti i credenti devoti devono mantenere il programma completo di digiuni, comprendente almeno 250 giorni l’anno più altre forme di digiuno puramente scelte individualmente dai fedeli:
-Digiuno di Hudadi o Abiye Tsome (Quaresima), 56 giorni.
-Digiuno degli Apostoli, 10-40 giorni, che gli Apostoli mantennero dopo aver ricevuto lo Spirito Santo. Inizia dopo la Pentecoste.
-Il digiuno Tsome Dihnet, che è il mercoledì in commemorazione del complotto organizzato per uccidere Gesù Cristo da Caifa e dei membri della casa del sommo sacerdote e il venerdì in commemorazione della crocifissione di Gesù Cristo (inizia il mercoledì, dopo la Pentecoste e si estende fino a Pasqua, in altre parole, tutti i mercoledì e venerdì, ad eccezione dei 50 giorni dopo la Pasqua). Il digiuno di Maria Assunta, 16 giorni.
-Digiuno precedente al Natale, 40 giorni (prima dell’Avvento). Comincia con Sibket il 15 Hedar e termina alla Vigilia di Natale con la festa di Genna e il 29 Tahsas e 28 se l’anno è bisestile.
-Il digiuno di Ninive, che commemora la predicazione di Giona. Viene il lunedì, martedì e mercoledì della terza settimana prima della Quaresima.
-Il gahad di Timkat (Epifania), digiuno alla vigilia dell’Epifania. Oltre al santo del giorno, la maggior parte dei cristiani osservano molti santi del giorno stesso. Un uomo può fare una piccola festa il giorno del suo santo personale. L’associazione di volontariato locale (chiamato maheber), collegato con ogni chiesa onora il suo patrono con un servizio speciale e una festa due o tre volte l’anno.
Feste: Feste significative sono La Pasqua, il Timkat (la Festa dell’Epifania, celebrata in Etiopia il 16 gennaio, non il 6), il Natale (Leddet), il Meskel (festa autoctona della chiesa etiope che cade a fine settembre) e la Festa di Maryam Sion, che cade a fine novembre e diversi altri santi.
Vita liturgica – pastorale: sabato catechismo e domenica celebrazione eucaristica.
Genet Woldu Keflay
Coordinatrice per la Sardegna